IMMAGINATI contro la censura: intervista a Barbara Zanon.











Una delle cose che più amo della rete è la possibilità di riprendere contatti con persone che avevo perso di vista, non per mia volontà ma per lo scorrere naturale degli eventi e il prendere strade differenti.
Se poi queste son legate ai ricordi più belli, quelli dell'infanzia, mi ritrovo curiosa, desiderosa di scoprire chi siano oggi e cosa facciano...

Riscopro così Barbara, una ex compagna delle elementari, oggi fotografa, autrice e promotrice di un progetto molto interessante, "Immaginati", un'idea che evidenzia un paradosso tipico di questa nostra epoca virtuale: quello di una Società volta all'Apparire e al tempo stesso legata a una forma di censura e auto-censura, dovuta al timore e al pregiudizio altrui.

"Immaginati" invece è una proposta intelligente, un modo per usare il web che va oltre al semplice connettersi e che propone l'occasione di un suo uso critico e consapevole.

Vi ho incuriosito?
Allora scopriamo chi è Barbara e cosa si cela dietro a "Immaginati".

Buona lettura.

Sylvia B.









Ciao Barbara, ti va di presentarti ai lettori del "Il Piccolo Doge" ?

Sono una fotografa. Mi occupo di foto giornalismo da un lato e di fotografia matrimoniale dall'altro. In linea di massima adoro gli esseri umani e cerco di focalizzarmi su di loro in ogni situazione

Che cos'è "ImmaginaTI?

Immaginati è quello che saremmo se non nascondessimo una parte di noi al mondo. Questo progetto (che è solo agli inizi) affronta il tema della censura per come viene vissuta, sempre in modo diverso, dalle varie persone. La domanda che pongo a chi ritraggo è la seguente: qual è quella parte di te che censuri, che nascondi, per paura di essere giudicato o non accettato o ..? Le risponde in molti casi mi hanno sorpreso, lo ammetto. In linea di massima, la mia scelta è stata semplice. Mettere al centro della foto la persona, senza ambientarla e senza esasperarla nei tratti. Fare in modo che tiri fuori consapevolmente e naturalmente la sua censura, così come potrebbe (e forse oserei dire in alcune situazioni dovrebbe) fare nella quotidianità.

Da dove nasce l'idea di questo progetto?

Nasce dalle mie riflessioni su quanto di noi nascondiamo a volte o non osiamo mostrare o tirar fuori per paura di esser giudicati anche semplicemente come diversi.

Che cos'è la censura e in che misura influenza il nostro quotidiano?

La censura può essere tutto. Solitamente quando si pensa alla censura, si pensa ai grandi temi: la sessualità, la politica, il sociale, la malattia. Tutti quegli ambiti che riguardano l'intimo o lo stile di vita e che per cultura ed educazione abbiamo deciso (o ci è stato chiesto) di reprimere o nascondere. Come se ci fosse qualcosa di male nell'essere se stessi o nell'esprimere le proprie idee e/o gusti. La verità però è che iniziando a lavorar su questo progetto ho scoperto che ogni persona censura le cose più inaspettate. C'è chi censura la rabbia, o quello che non vuole sentire, chi censura la femminilità e/o la sensualità, chi censura il romanticismo, chi censura il suo corpo, le lacrime, o la paura di rimanere solo. Si negano al mondo le proprie insicurezze e i propri dolori, dando per scontato che le nostre fragilità non possano invece venire accolte, accettate e comprese.

Che significa per te "Apparire"?

Rispondo guardando all'etimologia latina della parola: ad – parere cioè venire alla luce, farsi vedere.

In generale come viene gestita, secondo te, la propria immagine in rete?

Bella domanda. La rete è invasa da immagini di ogni genere e le persone usano i social network senza pensare spesso a chi vede i propri contenuti. Dare al mondo un immagine di sé stessi spesso molto privata e ludica può dare anche adito a grandi malintesi. Ci vorrebbe maggior controllo e buon senso (e questo, attenzione! Non significa censurare!). Ma temo che parlare di gestione dell'immagine in rete obblighi a parlare di privacy e questa mia risposta potrebbe non finire più!

Considerando quanto abbiamo detto sulla censura e l'apparire, come si colloca il tuo progetto? Qual è il suo obiettivo?

Essendo un work in progress, anche io sono curiosa di vedere la piega che prenderà questo mio lavoro al quale sto dedicando davvero molto tempo… In linea di massima, ho scelto consapevolmente di non realizzare ritratti espliciti e spudorati, perché non ho preso 20 attori a cui ho dato 20 censure da interpretare, ma sono entrata nell'intimità di persone "vere" che si sono affidate a me mi hanno raccontato una parte di loro. Scegliere di mostrare al mondo qualcosa di così intimo ritengo abbia bisogno del massimo rispetto da parte mia e quindi devo io adattarmi a chi ho di fronte. L'obiettivo è questo. Rivelare qualcosa, far riflettere. Senza urlare.

Lo affrontiamo da un punto di vista educativo? Hai mai pensato a questo aspetto?

Posso solo dire che sarebbe bello educare i bambini fin da piccoli all'attenzione nei confronti dell'altro. A comunicare, aprirsi, discutere. Crescere attraverso il confronto porterebbe sicuramente a relazioni più trasparenti ed efficaci e molto probabilmente si imparerebbe che gli altri sono spesso come noi, a volte insicuri, a volte spaventati, a volte intimoriti.

Dove possiamo trovare te e "ImmaginaTI" sul web?

I miei lavori e le mie foto le potete trovare sul mio sito personale 
Immaginati lo potete trovare a questo link e diventare fan su fb cliccando qui

 

Barbara Zanon
 
 
Photo copyright: Barbara Zanon 2014/tutti i diritti riservati




     
     
     

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