Emanciparsi, per una donna.


Emanciparsi, per una donna.


Questa riflessione scaturisce dal parlare quotidiano, da frammenti di dialoghi, conversazioni e chiacchiere fra donne intente a districarsi nei numerosi impegni giornalieri.
Da qui il post che segue.
Un po’ dispiaciuta  per  una catalogazione femminile implicita confinata in pregiudizievoli ruoli, lancio questa personalissima rivendicazione:
Una donna può essere una lavoratrice in carriera , o una mamma che lavora o semplicemente una mamma.
Emanciparsi, per una donna, non significa per forza appartenere alle prime due alternative.
Emanciparsi, per una donna, significa avere la più totale libertà di scegliere cosa essere nella propria vita, sia che scelga la carriera, la famiglia o decida di coniugare entrambe le cose.
Se sceglie la famiglia ha il diritto di non sentirsi apostrofare come una donna “che non fa niente” perché sta a casa ad accudire i figli.
Se sceglie la carriera ha il diritto di non sentirsi accusata d’essere una “donna a metà” perché non ha avuto figli e non ha espletato il suo “dovere” di madre nei confronti di una società di orwellesca memoria ( vedi in “1984″ dove procreare era un dovere per entrambi i generi e non una fra le diverse e libere conseguenze dell’Amore ).
Se sceglie entrambe le cose, invece, ha il diritto di sentirsi ammirata per l’enorme impegno, la dedizione ed il sacrificio  ma non deve cadere nell’errore di giudicare male le altre due.
Emanciparsi, per una donna, è il diritto di essere semplicemente se stessa, potendo realizzare i propri sogni in questo mondo.
E quest’ultimo necessita, oggi più che mai, di sogni e volontà per realizzarli.
Forza bambine!!!

Pubblicato su: TuttoPerLaMamma.it

Sylvia Baldessari 

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