Disavventure di una mamma: la borsa.


Disavventure di una mamma: la borsa.


Io adoro le borse.
Ne ho a bizzeffe, di qualsiasi colore, grandezza, materiale, per le più svariate occasioni. A tracolla, a monospalla, la pochette, a sacca, a mezzaluna, da giorno o da sera, nere, di velluto con gli specchietti, in eco pelle, in perline, stoffa, decorate a forma di gatto…
Da quando però son diventata mamma ho un’unica tipologia o meglio, uso solo un’unica borsa: a tracolla, ampia perché possa contenere “cose” che nella mia vita non avrei mai pensato di portarmi appresso.
Ieri mi trovavo dalla parrucchiera (riesco andare ogni lustro se devastazioni e crisi familiari non mi fermano) e mentre attendevo il mio turno ho iniziato a frugar nella borsa in cerca del pacchetto di chewingum osservando con discrezione la coppia di sciure (signore) impegnate a sfogliar la rivista di gossip che trovi solitamente dal parrucchiere: – “ah… Quella Federica lì… Ora con il cugino di lui… oh madonnina che birba!” sibila una all’altra.
Mentre pensavo a come la gente dia più bada a due righe scritte su un giornaletto che alle medaglie prese dalla signorina chiamata in causa, la mia mano continuava a girovagare afferrando qualunque cosa tranne quel stra-maledetto pacchetto di   chewingum e così mi trovo a tirar fuori, in ordine: borsa in stoffa pieghevole 1, pacchetto di salviette umide profumate (quelle che hanno la linguetta apri-chiudi che si rompe al primo tentativo condannando le salviettine a divenire inutili e secche striscioline di carta), borsa in stoffa pieghevole 2, un aereoplanino, Saetta McQueen, le chiavi, un pacchetto aperto di stelle filanti rimasuglio dell’ultimo carnevale, una bottiglietta di plastica vuota, borsa in stoffa pieghevole 3, un piccolo dinosauro di gomma…
Inizio a borbottare qualcosa mentre una delle due sciure sedute davanti a me dà un colpetto con il gomito al braccio dell’altra per indicare quanto mi sta accadendo, ed io, ignara, continuo a sguazzare nella mia personalissima tragedia: mi tolgo la borsa per tuffarmici dentro e tirare fuori un agglomerato di fazzolettini che dovevano aver contenuto il chupa-chups che il pomeriggio prima, mio figlio, aveva ciucciato per due nano-secondi, al parco, e poi deciso di mettere via per i giorni tristi.
Le due sciure hanno riposto il giornaletto ed osservano, con aria divertita la sottoscritta che tira fuori dalla propria borsa, che a quella di Mary Poppins fa un baffo, il proprio cellulare con attaccato allo schermo un lecca-lecca, al gusto ciliegia, che lentamente scivola lasciando un alone opaco ed appiccicoso non indifferente.
“Ah… La gioventù d’oggi è disordinata!” sentenzia la prima con il rossetto sbavato.
“Eh… Cosa vuoi… Noi avevamo poco e ci si accontentava” allude la seconda con l’ombretto sparato sulle palpebre.
“Eh… Ma la Federica con il cugino di lui???” Provo a salvarmi in corner ributtando la conversazione sulla povera Pellegrini: scusami Fede, avanzi un favore.
Le due sciure, fomentate quel tanto che basta, tornano a criticare la provetta nuotatrice mentre io cerco di ripulire il mio telefonino con una salvietta che risulta essere asciutta e secca perché la linguetta della confezione è sparita in quella bolgia che c’è dentro la mia borsa.
Alla fine però, riesco a trovare il pacchetto di chewingum e lo apro trionfante, sicura che, tra qualche secondo, manderò via quel sapore amaro che mi ha lasciato addosso la mia piccola disavventura.
Lo apro.
Ed è vuoto.


Pubblicato su: TuttoPerLaMamma.it

Sylvia Baldessari 

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